domenica 18 maggio 2008

Ponte di tradizioni tra Cina e Italia

A Venezia, dal 24 maggio, la galleria Françoise Calcagno Art Studio presenta "Ponte di tradizioni tra Cina e Italia" (Bridge of traditions between China and Italy), mostra internazionale d'arte di Qin Bailan, celebre pittrice cinese di fama mondiale, che espone per la prima volta con altre artiste italiane, che si sono recentemente affermate sul panorama artistico nazionale: Marialuisa Sabato, Brigitta Rossetti, Luisa Fabris, Vesna Pavan e la scultrice cinese Duan Xiaoli.

L'esposizione, curata da Sabrina Falzone e patrocinata dall'Ufficio Culturale dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, si è data l'obiettivo di favorire gli scambi artistico-culturali tra i paesi occidentali e orientali, ponendo l'accento in particolare sulla comunicazione visiva tra l'Italia e la Cina, due realtà culturali oggi più che mai vicine. In questo senso, pittura e scultura creano un ponte ideale di tradizioni tra Cina e Italia.

Il fervido clima intellettuale, scaturito dal recente avvicinamento di due espressioni artistiche geograficamente distanti, ma annesse l'una all'altra a partire dal tessuto iconografico, mette in luce l'indagine perpetrata sulla rappresentazione di figure femminili, dotate di estrema raffinatezza e delicata parvenza.

Sono immagini tradizionali dell'universo "donna", icone di bellezza suprema, portatrici di alti valori e grandi virtù, spesso legate alla nobiltà della storia come simboli di tradizioni imperiture.

Aprendo un varco intellettuale sull'area europea, l'arte asiatica, pregna di segni indicanti la persistenza degli usi e costumi del popolo cinese, accoglie le proiezioni contemporanee dell'universo femminile in una dimensione che, partendo dal quotidiano giunge alla genesi umana, conferendo particolare valore alla memoria.

Di primaria importanza risulta essere il nesso tra scultura e natura, tra pittura e folclore, tra materia e cromatismo.

Qin BailanPer quanto concerne le scelte iconografiche, lo sguardo si sposta dall'interpretazione storica delle valorose eroine cinesi disegnate dalla famosa e distinta pittrice Qin Bailan alle delicate elaborazioni cristalline di Luisa Fabris, passando per le visioni oniriche di Brigitta Rossetti e le suggestioni cromatiche di Marialuisa Sabato, fino ad arrivare all'emozionalità del bronzo di Duan Xiaoli e alle emancipate pin up dell'art designer Vesna Pavan.

Le opere di Qin Bailan, considerate dei cimeli nazionali, sono l'espressione radiosa dell'eleganza femminile nella raffigurazione di una muliebre bellezza che valica l'aspetto fisico, per inoltrarsi nel ricco splendore dell'anima. E' un fascino a tutto tondo che dialoga con il passato, divulgando un messaggio di nostalgiche armonie celebrative.

Mentre il segno corvino languisce le sofisticate movenze delle fanciulle di Qin Bailan, quello di Vesna Pavan diviene rapido e volitivo nel tratteggiare le affascinanti donne occidentali con una ristretta gamma cromatica che accarezza tinte rosse, nere e bianche. La sua stilizzazione, di sapore fortemente nipponico, si stempera nelle dissolvenze tonali dei lavori di Luisa Fabris, caratterizzati da una leggerezza inedita.

Dal simbolismo spirituale di Brigitta Rossetti, fatto di stelle senza lato e viaggi mistici nei cieli d'Oriente, si approda alle atmosfere esotiche di Marialuisa Sabato, che sul filo dell'emozione recupera la gioia del colore levantino.

La quadripersonale delle pittrici italiane culmina nel sottile colloquio con un importante nucleo di sculture in bronzo, realizzate da Duan Xiaoli, provenienti dalla prestigiosa collezione Mallamaci.



Ponte di tradizioni tra Cina e Italia

Espongono gli artisti: Qin Bailan, Brigitta Rossetti, Marialuisa Sabato, Vesna Pavan, Luisa Fabris, Duan Xiaoli.

Patrocinio dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese.

Inaugurazione: sabato 24 maggio 2008 ore 18.30
In mostra fino al 4 giugno 2008
Orari: da lunedì a venerdì 10.00/13.00 - 15.00/18.00
Sabato e domenica su appuntamento
Curatrice: Sabrina Falzone
Presso: Françoise Calcagno Art Studio
Campo del Ghetto Novo, Cannaregio 2918, Venezia
Info: (+39) 041 7792011 (+39) 339 1134786

Qin Bailan

sabato 17 maggio 2008

Iniziative per lo Sichuan

Il 12 maggio un terribile terremoto ha colpito la provincia di Sichuan - zona centrale della Cina – radendo al suolo intere città, e con esse, tragicamente anche i loro abitanti. Si parla di 20mila morti, forse 40mila. I numeri crescono di ora in ora, e tutt’ora è difficile fare una stima della dimensione reale di questa tragedia.

AssocinaPer questo, Associna - Associazione seconde generazioni cinesi - si è attivata per raccogliere aiuti con lo scopo di supportare le attività di salvataggio e ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. I canali attivati sono molteplici.

Associna sta seguendo le diverse attività promosse dalla maggioranza delle associazioni cinesi di tutta Italia, per poi pubblicare sul proprio sito un resoconto di tali attività e le modalità per supportarle.

Le prime iniziative concrete si avranno a Prato e Firenze, dove, con la collaborazione dell’Unione degli Studenti e Studiosi Cinesi in Italia (CSSUI), è stato formato un gruppo di 50 ragazzi impegnati nella raccolta di fondi sia a Prato che a Firenze. Saranno tutti vestiti con una maglietta che richiama i tragici fatti dello Sichuan. Venerdì 16 saranno a Firenze, sabato 17 verrà installata una postazione a Prato, in via Pistoiese (nei pressi della banca Unicredit, numero civico 142), aperta dalle 14:00 alle 17:00 a tutte le persone anche non cinesi che vogliano dare un contributo per le vittime del terremoto.

Invitiamo quindi tutte le persone sensibili alla causa a partecipare.

Sono inoltre previste iniziative anche a Roma e Milano, ma soprattutto è attiva su www.associna.com la possibilità di contribuire tramite donazioni online.

Ulteriori aggiornamenti li potrete trovare sul sito di Associna.

Come aiutare le vittime del terremoto

Chi volesse dare il proprio contributo per aiutare le vittime del terremoto nello Sichuan può farlo sia attraverso donazioni di sangue, di cui c'è estremo bisogno, che attraverso versamenti bancari. Per quest'ultimi, questa pagina web contiene tutti i dettagli utili:

http://chinadigitaltimes.net/2008/05/red-cross-society-of-china-receiving-donations-for-sichuan-earthquake/

Per quanto riguarda le donazioni di sangue, a Pechino è possibile andare al Beijing Red Cross Blood Center (www.brcbc.org), oppure al Beijing United Family Hospital, gestito da personale straniero, Jiangtai Road Chaoyang District, tel. 010-6433-3960.
Questo è il sito della Croce Rossa cinese:
www.redcross.org.cn/english/

Terremoto Sichuan

La conta

Terremoto SichuanChiedo scusa ai 2 o 3 lettori del mio piccolo blog se in questi giorni non riesco a scrivere d'altro, la tragedia del terremoto in Sichuan è veramente di proporzioni difficilmente immaginabili, in Italia. I media del Belpaese stanno cominciando a parlarne sempre meno e sempre più tardi, in 30 secondi di servizio tv prima delle notizie sportive, ma l'emergenza c'è ancora, così come la commozione.

L'aspetto più crudele è la conta, nella propria rete di amicizie e relazioni. Raggiungere su Msn o Skype un collega, un amico, un parente lontano e aver paura di chiedergli come va?, ...e la tua famiglia?. Guardare quel mucchio di contatti di Chengdu e dintorni offline e pensare che forse rimarranno così per sempre è straziante. A volte è meglio non sapere...

giovedì 15 maggio 2008

Forse 50.000 vittime in Sichuan

Potrebbe arrivare a 50.000 vittime il bilancio del terribile terremoto che lunedì scorso ha devastato la Cina sud-occidentale, secondo la stima dell'agenzia di stampa nazionale Xinhua che cita i soccorritori.

Al momento le morti accertate del sisma di magnitudo 7,9 sono circa 20.000, ma sono più di 25.000 le persone ancora sotto le macerie nelle aree più colpite della provincia del Sichuan, nella quale i primi soccorsi sono giunti da poco.

I dispersi sono fra i 30.000 e i 60.000, a seconda delle fonti; i feriti oltre 60.000, di cui 12.500 circa in gravi condizioni.

Taiwan e Giappone sono in prima linea nella cooperazione con la Cina per fornire aiuto alle popolazioni colpite dal sisma. Un apparecchio della Air Macau carico di aiuti taiwanesi alle vittime del terremoto che ha colpito il Sichuan decollerà oggi alla volta di Chengdu, capoluogo della provincia cinese; nel pomeriggio dovrebbe decollare un Boeing 747 cargo della China Airlines (la principale compagnia aerea di Taiwan). Una squadra giapponese sarà il primo gruppo di esperti stranieri che la Cina acconsente a far entrare nell'area colpita dalla tragedia.

Mappa Sichuan

martedì 13 maggio 2008

Dopo il terremoto in Cina

SichuanAnche oggi nella regione colpita dal terremoto è stata ancora avvertita una forte scossa. Alle 15,10 ora locale, le 8,10 in Italia, la scossa ha investito Chengdu, capoluogo della provincia sud-occidentale cinese del Sichuan, devastata ieri dal terremoto di 7,8 gradi sulla scala aperta Richter che ha provocato come minimo diecimila morti.

Il bilancio ufficiale delle vittime è al momento di 11.921 persone, secondo una nota diffusa dal Ministero nel pomeriggio.

La reazione della Cina - e dei cinesi - a questo terribile disastro è stata immediata. Meno di due ore dopo la prima scossa con epicentro nel distretto di Wenchuan, registrata alle 14,28 ora locale, il primo ministro Wen Jiabao annunciava di essere in volo per le zone del disastro e il presidente Hu Jintao intimava alla popolazione e ai funzionari locali di prodigarsi con gli aiuti. Minuti dopo la scossa l'Internet cinese, la televisione e le agenzie ribollivano di notizie, anche se tutte parziali e frammentarie.

Le risorse stanziate dal governo di Pechino in aiuti per il terremoto ammontano al momento a 360 milioni di yuan, pari a 52,16 milioni di dollari Usa.

Mentre il leader buddista Dalai Lama prega per le vittime e si dice profondamente rattristato dal disastroso sisma che ha colpito ieri il Sichuan, il presidente uscente di Taiwan – l’indipendentista Chen Shui-bian – invita il ministero degli Esteri e le Organizzazioni non governative dell’isola a "fare di tutto" per aiutare la popolazione cinese. Taipei è pronta a inviare aiuti e collaborare con la comunità internazionale per portare soccorso ai feriti.
Il portavoce del Ministero degli Esteri, Qin Gang, ha già espresso parole di ringraziamento nei confronti di tutti i membri della comunità internazionale che hanno dichiarato la propria disponibilità ad inviare aiuti alla Repubblica Popolare Cinese. Tra questi la Commissione Europea, gli Stati Uniti e l’Italia. L’unico Paese che già da ieri aveva radunato squadre di soccorso, elicotteri e altre unità di crisi in modo che fossero pronte ad intervenire non appena la Cina avesse richiesto ufficialmente assistenza è il Giappone.

Era dal 1976 - quando proprio pochi giorni prima della morte di Mao il terremoto di Tangshan uccise 300.000 persone - che non si verificavano sismi di tale portata in Cina.

E purtroppo, con le vittime ancora da contare, si assiste già allo sciacallaggio mediatico. Alcune agenzie hanno ripreso la notizia, non confermata da nessuna autorevole fonte cinese, che il 7 maggio scorso dall'Istituto Sismologico di Wuhan sia stato diramato un allarme che invitava la popolazione a prepararsi ad una forte scossa di terremoto, proprio il 12 maggio, e proprio nella provincia del Sichuan.

Pechino ha diffuso un comunicato in cui afferma che il percorso della fiaccola olimpica - attesa proprio nel Sichuan dal 13 al 19 giugno - non verrà né deviato né rallentato dal terremoto.

Questa tragica prova mostrerà al mondo, forse più delle Olimpiadi di agosto, quanto è grande questo Paese.

lunedì 12 maggio 2008

12 maggio 2008, terremoto in Sichuan

12 maggio 2008, terremoto in Sichuan
Un fiore per le povere vittime.

La Levi's in Cina

Levi's CinaQuando Kitty Young, general manager delle operazioni cinesi Levi Strauss & Co., portò il brand in Cina cinque anni fa, il denim nel paese non era solo una categoria minore nel retail di abbigliamento, ma il costo di un paio di Levi's 501 era esponenzialmente più elevato dei 5 dollari chiesti per i jeans suoi concorrenti.

"Le città cinesi sono innamorate dei prodotti di lusso, basti solo vedere la quantità di borse false vendute in strada", ha dichiarato Young. "Quando nel 2002 siamo entrati nel mercato cinese, ci siamo posizionati come brand di lusso. Del resto in Cina un paio di Levi's 501 costava più di un frigorifero."
Prima dell’arrivo di Levi’s in Cina il denim era considerato come un "prodotto marginale", e costituiva solo il 20% delle vendite di abbigliamento casual. Tuttavia Young è riuscita a rendere Levi’s il brand denim numero uno in Cina, in parte anche grazie alla decisione della compagnia di gestire personalmente il retail senza affidarsi a wholesaler.

Nel primo anno sono stati aperti 30 negozi e in cinque anni le sedi sono diventate 300.

"Nei primi sei mesi vedevamo che il traffico era buono, ma le vendite no", ha dichiarato Young. "Sei mesi dopo sia il traffico che il business erano buoni, questo perché i ragazzi avevano messo da parte i risparmi di sei mesi per comprare un paio di jeans." Inoltre ha aggiunto che "il denim più bello e più caro si vendeva meglio di quello di più basso prezzo. Abbiamo infatti capito che preferivano risparmiare piuttosto un mese in più, ma volevano comprare il meglio. È uno status symbol quello che stavano comprando".

sabato 10 maggio 2008

Padiglione italiano a Expo 2010 Shanghai

Comincia, a piccoli passi, l'avvicinamento italiano a Expo 2010 Shanghai, l'esposizione universale che metterà la nuova Shanghai in vetrina sotto gli occhi del mondo.

E’ stato presentato a Shanghai il padiglione italiano per l'Expo 2010 che si terrà nella metropoli cinese. E' una struttura che si può comporre e scomporre, basata sulla modularità e omaggio della città ospite.

La cerimonia, a cui hanno partecipato l'Ambasciatore italiano in Cina, Riccardo Sessa, il Commissario generale italiano per l'Expo, Beniamino Quintieri e, per la parte cinese, il Direttore generale del Bureau per il coordinamento Shanghai 2010, Hong Hao, e il Commissario generale Hua Junduo, ha visto trionfare il progetto presentato dell'Architetto Giampaolo Imbrighi che si ispira al gioco dello shanghai, in omaggio alla città ospite.

La struttura italiana a Expo 2010 Shanghai, che avrà come tema "La Città dell'Uomo", è stata pensata su base modulare, misura 3.600 mq per 18 metri d'altezza ed ha uno spazio espositivo totale di 6mila mq. La pianta è quadrata ed è divisa in più corpi di dimensioni diverse e irregolari tra loro collegati attraverso strutture-ponte in acciaio che lasciano intravedere i ballatoi di collegamento.
La struttura è lambita su tre lati da una lama d'acqua che esalta gli effetti luminosi naturali.

"Sarà un padiglione con strutture ardite, giochi luce e acqua, materiali innovativi e tecnologie bioclimatiche d'avanguardia" ha detto il Commissario generale del governo italiano per l'Esposizione Universale di Shanghai, Beniamino Quintieri.

Expo 2010 Shanghai

giovedì 8 maggio 2008

A Roma il Festival della Cultura Cinese!

Festival della Cultura CineseUn nuovo grande evento prodotto dalla Fondazione Musica per Roma e dal Centre of International Cultural Exchange con il supporto del Ministero della Cultura della Repubblica Popolare Cinese.

Arriva finalmente a Roma il primo grande festival monografico mai organizzato in Italia, dedicato interamente alla cultura cinese.

Quattrocento partecipanti provenienti da ogni parte della Cina animeranno il Parco della Musica per la rassegna dedicata alla cultura tradizionale e contemporanea dell'Impero di Mezzo, la Cina. In tutte le sale e gli spazi dell'Auditorium si svolgeranno spettacoli teatrali, musicali e di danza, ma anche rappresentazioni dell’opera tradizionale cinese e manifestazioni circensi; inoltre i foyer verranno allestiti con mostre e installazioni.

Aprirà il festival l’Opera Contemporanea Poet Li Bai, con l’Orchestra e il Coro della Shanghai Opera House di Shanghai presentata in prima europea. Composta da Guo Wenjing, uno dei maggiori artisti cinesi viventi, l’opera teatrale è un tributo a Li Bai, il più famoso poeta della dinastia Tang.

Sarà possibile anche conoscere e sperimentare la cultura dei massaggi cinesi e la gastronomia. E ancora, workshop di Tai Chi e di Kung Fu con i Monaci Shaolin.

Un posto speciale verrà riservato all’antichissima arte della Danza del Leone attraverso esibizioni nella cavea. Acrobati mascherati animeranno il pubblico con salti ed evoluzioni. Una vera e propria festa!

E come ogni festa che si rispetti, alla fine della manifestazione uno spettacolo pirotecnico. Un’esplosione di coloratissimi fuochi d’artificio illuminerà la cavea dell’Auditorium per spaventare e scacciare gli spiriti maligni.

Buon divertimento!

martedì 6 maggio 2008

E ora i cinesi delocalizzano negli Stati Uniti

...e non dite che non ve lo avevo detto :-)

CinaDoveva accadere, sta accadendo. Era solo questione di tempo. Gli investimenti privati cinesi in territorio americano sono cresciuti a tal punto che si è ormai invertito il trend economico che portava gli americani a investire in Cina. Semmai sta avvenendo esattamente il contrario, sono i cinesi a investire in California, in Missouri, in South Carolina.
Globalmente gli investimenti cinesi negli Stati Uniti sono passati da 36 milioni di dollari nel 2006 a ben 9,8 miliardi di dollari nel 2007.
Nello stesso tempo, gli investimenti americani in Cina sono calati da circa tre miliardi di dollari nel 2006 a 2,6 miliardi di dollari nel 2007.

Ma perchè un industriale cinese dovrebbe trovare vantaggioso andare a produrre negli Stati Uniti? Perchè è lì il suo primo mercato, ma non solo. È vero che il costo del lavoro negli States è più alto (12 dollari l’ora per un operaio americano contro i 2 dollari per uno cinese), ma è vero anche che:
1) il terreno per costruire lo stabilimento costa circa un quarto di quanto l'industriale pagherebbe lo stesso appezzamento a Canton, comprandolo dal governo cinese;
2) in molte regioni degli Stati Uniti grazie a una legge dello Stato si può contare su un beneficio fiscale per ogni dipendente assunto;
3) in uno stabilimento costruito in America l'industriale non corre i rischi, che invece corre in Cina, di restare senza energia elettrica per black out improvvisi che gli fanno sballare intere catene di produzione.