Dopo aver mandato i nostri eroi del cinepanettone in giro per il mondo alla conquista di tutte le terre emerse o quasi, quanto pensate ci separa dal ritrovarci al cinema un "Natale in Cina" con Boldi, De Sica e compagnia cantante?
Natale in Cina. Un controsenso? No!
Anche per i miei amatissimi-odiatissimi cinesi, il Natale è ogni anno sempre meno un mistero e sempre più una festa, l'ennesima festa occidentale da riprendere e festeggiare all'insegna del consumo e del profitto.
L'atmosfera natalizia si sente, si vede, e non è solo freddo e fiocchi di neve: gli addobbi esterni e interni di supermercati e alberghi, ma anche dei palazzi pubblici, superano di gran lunga quelli di molte città italiane ed europee, non solo per quantità, ma anche per qualità e fantasia; un vero spettacolo, ma poi dopo la Befana però si dimenticano di spegnere e smontare tutto, e ad agosto trovi tutto ancora acceso e sfavillante. E' la Cina.
La gente non si da gli auguri per strada, non ci sono le file ai negozi di giocattoli per bambini, zero periodi di vacanza previsti, il 25 dicembre è un giorno di lavoro come gli altri; il giorno di Natale in Cina.
Eppure sono tanti ed enormi gli abeti addobbati con luci colorate e palline luccicanti. Molti festoni luminosi pendono dai cornicioni dei palazzi, esposti alle finestre delle abitazioni private: già oggi la Cina produce circa l'80 per cento mondiale di tutti gli addobbi, i balocchi e tutte le diavolerie natalizie.
Niente a che vedere con il Natale Cristiano, questo è il Natale cinese, che forse rappresenta anche l’immagine più autentica di quello che il 25 dicembre è diventato anche in Occidente.
Zhongguó Zhu Ni Shengdan Kuaile, Buon Natale dalla Cina.