martedì 8 maggio 2007

Prigioniero in Cina

Polizia in CinaSembra incredibile la storia di Alessandro Bini, libero prigioniero da tre mesi in Cina, con la Polizia di frontiera che gli impedisce con ogni pretesto di ripartire per l'Italia.

La cosa ora comincia a farsi veramente seria perchè Alessandro è stato anche ricoverato in ospedale, mentre in Italia le sue attività imprenditoriali soffrono per la sua assenza.
Sicuramente Bini, che lavora con la Cina da 20 anni, conosce quanto è importante l'arte della negoziazione, delle buone relazioni, le famose guanxi cinesi. Il "no" in Cina non esiste, ci sono infinite varietà di "sì" e altrettanti modi per raggiungere il proprio obiettivo. Ci vuole molta pazienza per lavorare con i cinesi, ma... tre mesi son tre mesi e questa situazione è veramente grottesca!

Forza Alessandro!
Speriamo tutto si risolva per il meglio, e presto!

Se volete saperne di più, leggete gli articoli pubblicati su Il Giornale.
- http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=175087
- http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=175769


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per la segnalazione, la notizia mi era proprio sfuggita.
Speriamo la situazione si risolva in fretta, ultimamente da Pechino non arrivano segnali incoraggianti per gli imprenditori (vedi la proposta di eliminare anzitempo le esenzioni fiscali per le aziende estere).

Ciao,
Fabrizio

Wén Sēn Zuó 文森佐 ha detto...

Ciao Fabrizio, speriamo veramente che il Consolato si faccia sentire forte e che la situazione si risolva velocemente. Purtroppo Alessandro non è il primo e non sarà l'ultimo ad incontrare problemi seri nelle sue relazioni con la Cina e i cinesi, che bisogna "gestire" con una delicatezza particolare. O si fa business con loro a modo loro, comprendendoli e "imitandoli", o niente...