Cinesi pronti a investire in azioni
Dal governo di Pechino è arrivato per la prima volta l'ok alle banche per l’acquisto diretto di azioni all’estero. E' una mossa dell'esecutivo centrale che punta a diversificare anche sui mercati stranieri una parte della colossale montagna di quattrini del risparmio privato cinese: stiamo parlando di circa 4.600 miliardi di dollari.
Come quasi tutto in Cina, anche questa novità sarà introdotta step by step. Le banche cinesi saranno autorizzate a creare strumenti simili a fondi comuni, in una prima fase da investire solo fino al 50% in azioni estere. Poi si vedrà. Questi strumenti saranno disponibili per clienti a partire da 300.000 yuan (circa 30.000 euro).
Le riserve valutarie dei miei pratici, intraprendenti e magnificamente testoni cinesi cominciano a impensierire il governo di Beijing, che non vorrebbe vedere il magnifico effetto dell'alacre lavoro dei suoi cittadini (leggi attivi commerciali) a rischio speculazione, bolla, crack. Meglio quindi allentare la pressione al rialzo sulla Borsa di Shanghai consentendo che gli investimenti azionari si spalmino su più mercati, sicuri e più maturi, diversificando quindi il rischio di perdite.
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