mercoledì 6 agosto 2008

Il Tao

Il carattere Dao, il Tao nella filosofia taoista tradizionale cineseSe nulla tratterrete in voi stessi, le cose manifeste vi appariranno per quello che veramente sono. In movimento, siate come l'acqua; stando fermi, siate come uno specchio. Rispondete come fa l'eco. Così facendo il vostro Dao sarà in accordo con le cose. Infatti sono le cose che si contrappongono al Dao, non è il Dao che si contrappone alle cose.

Sono parole contenute nel Liezi, uno dei testi fondamentali del taoismo, che ora viene pubblicato in una nuova traduzione e con testo cinese a fronte (a cura di Alfredo Cadonna, Einaudi, 18,50 euro).

Per noi disillusi e rassegnati occidentali due cose sono da esorcizzare: la nostra impotenza nel cambiare il flusso delle cose e l'idea del vuoto. Ogni volta che uno dei nostri pensatori si è avvicinato all'idea del silenzio dietro al principio primo, di un abisso impersonale e necessario dietro a Dio, di un pensiero purificato da categorie metafisiche dualistiche (Meister Eckhart, Spinoza, il cosiddetto secondo Heidegger), è stato messo al bando.
Il pensiero cinese invece non ha di questi fardelli. Nelle parabole di questo maestro del IV secolo avanti Cristo la filosofia è così semplice da sembrare incomprensibile, come semplice e rozza apparve ai primi occidentali la dottrina indiana delle Upanishad. Ma il pensiero serve a questo, allontanarsi fino a distanze abissali e tornare con un messaggio per tutti:

Asseconda il grande principio che fa nascere, trasformare e morire ogni cosa, unifica il tuo spirito rendendoti immune da ciò che scorre davanti a te, cerca la via del Tao e una volta trovata, nascondila dentro di te e continua a vivere come il più semplice degli uomini, gioca la tua vita puntando tutto quello che hai come se stessi giocando con dei cocci e non con monete d'oro. Impara senza sapere. Lavora senza illuderti. Vivi nella varietà del mondo tenendoti sigillato.

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