Il grande balzo in avanti: con 1.500 miliardi di euro di riserve in contanti, la Cina è pronta a fare shopping in tutto il mondo. Italia inclusa?
Non è una affatto una coincidenza che in ogni operazione finanziaria di questo periodo spunti il nome di businessman cinese, il più delle volte sconosciuto ai più, interessato all'affare e pronto ad acquisire il controllo. Qualche volta si tratta di bufale messe in piedi ad arte, come la strana storia tra Prada e Lu Qiang, ma nella maggior parte dei casi si fa sul serio.
Mentre in Italia si favoleggia di offerte cinesi per l'AS Roma, è da poco scoppiata una bomba sul mondo del calcio inglese con la forza di una delle saette da fuori area tirate dal capitano Steven Gerrard: se dovesse davvero andare a buon fine la vendita del Liverpool FC all'uomo d'affari di Hong Kong Kenny Huang e alla China Investment Corporation (CIC) che dice di avere alle spalle, sarà inevitabilmente la fine della eterna sufficienza con cui gli occidentali guardano i cinesi.
Lo shock di questa notizia deriva dal fatto che la CIC è, a tutti i fini pratici, emanazione finanziaria del governo cinese. E il governo cinese è un governo che, a differenza della maggior parte degli altri che stanno lottando sotto montagne di debiti, ha enormi quantità di ricchezza. Le aziende statali cinesi sono troppo ricche. Così si chiede facilmente se il boccone Liverpool FC sia solo uno spuntino, un antipasto che precede l'acquisizione di altre ben più importanti e centrali società britanniche ed europee. E se così fosse, perchè gli europei dovrebbero essere preoccupati?
La risposta alla prima domanda è che, sì, un sacco di attività europee e occidentali rischiano di essere acquisite da gruppi cinesi. Mentre Li Ka Shing sta comprando la rete Edf in Gran Bretagna, recentemente la casa automobilistica cinese Geely Holding ha completato l'acquisto di Volvo. Geely è anche in corsa per acquistare Manganese Bronze, il produttore dei mitici taxi neri di Londra. E... no, non bisogna essere timorosi: i cinesi devono essere ben accolti.
La Cina e le sue grandi imprese, hanno guadagnato enormi quantità di denaro semplicemente producendo in paesi in via di sviluppo e vendendo in paesi sviluppati. Se da una parte questo ha causato perdita di posti di lavoro, dall'altra ha senza dubbio favorito e fatto risparmiare ogni giorno noi consumatori.
La manodopera a basso costo in Cina ha fatto sì che che i prezzi di molti beni per la casa, dai frigoriferi ai televisori, siano drasticamente calati negli ultimi anni. Questo sta comportando, da stime ufficiali, un risparmio annuo di circa 700 euro per famiglia europea. Quando si gira tra gli scaffali con i forni a microonde di diverse marche in esposizione, con buona probabilità molti di questi sono stati prodotti dalla stessa azienda, la Guangdong Galanz. Già nel 2004 la Guandgong Galanz produceva il 40 per cento di tutti i microonde venduti nel mondo!
Ma, mentre i consumatori si godono i loro gadget domestici a buon mercato, pagano un altro prezzo a lungo termine. Gli occidentali hanno speso miliardi per acquistare le merci cinesi, ma la Cina ha finora acquistato ben poco dall'occidente. Ciò significa che le imprese cinesi e il governo cinese hanno accumulato un mucchio enorme di valuta estera. Riserve di liquidità estera che il governo cinese considera in 1.500 miliardi di euro, quasi il doppio della dimensione del debito nazionale di un paese europeo e senz'altro più della sua intera produzione economica annuale.
Il governo cinese ha un problema, un bel problema che vorrebbe avere chiunque: tanti soldi da spendere e far fruttare. E' partita la campagna acquisti.
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