Taipei e Pechino, una sola Cina?
Un effetto collaterale di questa crisi globale sarà la riunificazione cinese? C'è chi pensa che oggi la Repubblica Popolare potrebbe realizzare il suo sogno di porre fine alla "questione" Taiwan senza colpo ferire.
L'isola di Taiwan è stremata dalla crisi e il rafforzamento dei legami con la Cina continentale sembra un'ancora di salvezza.
Il ministro dell'Economia taiwanese, Yiin Chii-ming, ha dichiarato che l'isola deve firmare al più presto un trattato di libero scambio con la Repubblica Popolare, se vuole arginare il tracollo dell'export.
Da quando Taiwan si separò politicamente dalla Cina (al termine della guerra civile nel 1949), i rapporti non sono mai stati così cordiali tra le due sponde dell'omonimo Stretto. Il presidente Ma Ying-jeou è lui stesso fautore di un riavvicinamento, quantomeno economico-commerciale.
In questa crisi Taiwan - assai più piccola ed estremamente dipendente dall'export - è ben più vulnerabile della sua gigantesca vicina. Le esportazioni made in Taiwan sono crollate del 40% su base annua negli ultimi due mesi. L'isola è già ufficialmente in recessione dal terzo trimestre 2008 quando il Pil è sceso dell'8,4% su base annua.
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