Grosso guaio a Chinatown
Alla fine ce l'hanno fatta. A far perdere la pazienza ai cinesi, che pure sono gente quieta, che lavora tanto e si fa gli affari propri. Talvolta al limite dell'illegalità, tante volte in regola e in perfetta integrazione.
Certo che ce ne vuole per far incazzare un cinese! :-)
Abituati da decenni a chinare il capo senza chiedere un perchè di fronte a insensate imposizioni e vessazioni del governo di Mao, allenati a trovare una strada, la loro "porta di dietro", di fronte al muro della burocrazia degli apparati statali e di partito del governo cinese.
Ma a Milano, da un po' di tempo, non c'è "guanxi" che tenga, e le "porte di dietro" sono tutte chiuse. E il cinese si incazza.
Una guerra tra poveri. Ma stavolta i poveri siamo noi. La rivolta di Milano, di quelli che a tutti gli effetti sono imprenditori cinesi in Italia, arriva proprio mentre il nostro governo le sta provando tutte per attirare investimenti cinesi in Italia. Capite a che punto ci siamo ridotti?
Ho l'impressione che mi verrà voglia di riparlarne...
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