mercoledì 31 maggio 2006

Dalla Cina con... amore: la Sexy Chair!

Sexy chair
Una dimostrazione pratica dell'alto livello dell'ingegneria cinese: la Cina non è solo la #1 sulla produzione di massa, il posto dove delocalizzare... da quelle parti si inventa, si fa innovazione! :-)

 

Sexy chair
Non male l'idea: la Sexy Chair sta per invadere i salotti di tutto il mondo. Un modo nuovo per rilassarsi e fare ginnastica...

 

(Foto censurata)

...anche in compagnia ;-)

 

(Foto censurata)

I muscoli stimolati sono moltissimi...

 

(Foto censurata)

...e gli usi possibili della Sexy Chair sono quelli inspirati dalla fantasia... hehehe :-)

 

(Foto censurata)

La killer application della Sexy Chair è il pratico sgabellino che agevola lo svoglimento degli... esercizi.
 
Bella invenzione, eh?
 
W LA CINA! :-)

mercoledì 24 maggio 2006

Cara@Cina.com

Cara@Cina.comTorniamo a parlare di Cina, anzi, a leggere di Cina.

Voglio segnalare Cara@Cina.com, questa simpatica corrispondenza on-line sino-italica di Lara Fulli e Roberto Spingardi, edito da Lupetti e distribuito da Messaggerie.
Un libro di straordinario interesse che si fa leggere tutto d'un fiato.
La forma è particolare, un libro epistolare che riporta un fitto scambio di e-mail fra Lara, giovane donna italiana che dopo aver vissuto per anni in Cina decide di trasferirvisi definitivamente insieme al compagno cinese, e Roberto, amico da sempre, manager affermato che vive a Roma. La Cina fa da sfondo.

Lara descrive i cinesi come effettivamente sono: individui creativi, arruffoni, geniali, assai simili ai napoletani. Tanto che Roberto si mostra sempre più convinto che Joe, il compagno di Lara, sia un napoletano travestito da cinese come sembrano rilevare molti indizi.

Il libro è anche la storia di una donna che a un certo punto decide di partire, lasciare tutto per ricercare una nuova identità, nuove facce, un nuovo paesaggio. Ma poi succede altro. La non assuefazione insegna l'accettazione del diverso che non minaccia, ma arricchisce.

E' un bel libro che consiglio di leggere, per capire meglio la Cina, i Cinesi e... gli italiani. Si può comprare on line e arriva a casa in due giorni.


Continua a leggere:
- Libri sulla Cina;
- Libri business Cina;
- Guide viaggio Cina.

venerdì 12 maggio 2006

Qualcosa da leggere sulla Cina

Anna L. mi chiede, in un messaggio privato, "qualcosa di carino da leggere sulla Cina".
Ecco perchè le donne resteranno per sempre un po' più avanti di noi uomini, perchè leggono.
In ogni borsetta, su ogni comodino di una donna c'è - quasi - sempre un libro. Sottobraccio a noi maschietti, a stretto contatto con la nostra ascella pezzata, troneggia il rosa della Gazzetta dello Sport, quando va bene :-)

Cominciamo dall'inizio, da Confucio. Una nuova traduzione dei suoi detti esce per Adelphi a cura di Simon Leys. Il linguaggio, l'ideogramma, il pieno della parola e il vuoto del silenzio sono tutto nella filosofia cinese.
Rileggendolo senza pregiudizi si riscopre la forza di un grande rivoluzionario la cui morale e disciplina erano al servizio di una dedizione totale alla politica e al cambiamento della società.
I detti di Confucio, a cura di Simon Leys, 25 euro, Adelphi.

Un tuffo nella Cina post-Tienanmen e del grande salto nell'economia mondiale. Uno spaccato di Cina scritto per una volta con uno stile comodo anche per noi occidentali.
Spaghetti cinesi, di Ma Jan, tr. it. N. Pesaro, 15 euro, Feltrinelli.

Cina e India, le potenze del futuro. In quali termini, dimensioni, potenza di fuoco e intenzioni Cina e India si giocheranno il mondo di domani è scritto nel nuovo libro di Federico Rampini che è corrispondente di Repubblica da Pechino. Lo ha intitolato L'impero di Cindia (Mondadori, 15).
Rampini ci guida attraverso l'analisi di come la Cina sia diventata più industrializzata della Gran Bretagna e di come l'India abbia acquisito un know how informatico e biotecnologico quasi superiore a quello Usa.
L'impero di Cindia, di Federico Rampini, 15 euro, Mondadori.


Continua a leggere:
- Libri sulla Cina;
- Libri business Cina;
- Guide viaggio Cina.

giovedì 11 maggio 2006

James LeBron e Trymun

Strano mondo il nostro.

Nel 2003 James LeBron, un atleta americano di pallacanestro neanche diciottenne, ha firmato un contratto di sette anni che lo obbliga ad indossare maglie e scarpe col marchio Nike bene in vista. In cambio riceve 90 milioni di dollari.

Trymun, l'operaia che nella fabbrica cinese del Guangdong produce il bene su cui è costruito tutto il castello pubblicitario e commerciale, dovrebbe lavorare 150.000 anni per guadagnare la stessa cifra.

Tutti si arricchiscono sul lavoro di Trymun, tranne lei. Il solito discorso sulla Cina cattiva che non rispetta i diritti umani e dei lavoratori, e che sui mercati aggredisce e danneggia i nostri interessi? Vediamo.

Su un paio di scarpe che in negozio paghiamo 70 euro, quando ci va bene, a Trymun va solo mezzo euro, poco più poco meno, a seconda dei cambio col dollaro.
In definitiva, il prodotto di Trymun è un bene insignificante che fa da pretesto per vendere una confezione ingombrante, con un'immagine importante, e permettere a pubblicitari e imprenditori, supermercati e altri parassiti di avere la loro fetta di guadagno. Vediamo meglio, e poi ditemi voi chi è il cattivo, e chi sfrutta chi.

Sul prezzo finale di un paio di scarpe Nike, il lavoro di assemblaggio incide per lo 0,4%, il materiale e le altre spese di produzione per il 9,6%, il trasporto per il 5%. Il resto sono balzelli privati e pubblici: tasse governative 20%, profitti del produttore 3%, pubblicità e marketing 8,5%, progettazione 11%, profitti di Nike 13,5%, quota del rivenditore 30%.

Insomma, al produttore e alla sua forza lavoro, come Trymun, va il 3,4% dei 70 euro dell'esempio di prima.

Mi chiedo perchè sui giornali, in tv, ovunque, raccontano la Cina come una minaccia per l'umanità, un posto dove non si rispettano i diritti più elementari. Mi piacerebbe sapere perchè questi signori non parlano dei lauti profitti di multinazionali come la Nike. Costruiti con il lavoro di persone come Trymun.

lunedì 8 maggio 2006

Fiera delle Piccole e Medie Imprese di Cina e Italia a Guangzhou

Con l'approvazione del Consiglio di Stato cinese, si terranno fra il 15 e 18 settembre a Guangzhou la 3° Fiera internazionale delle Piccole e Medie Imprese cinesi e la Fiera delle Piccole e Medie Imprese di Cina e Italia.

La Fiera internazionale delle Piccole e Medie Imprese cinesi costituisce un'importante piattaforma per gli scambi e la cooperazione creata dal governo cinese per lo sviluppo delle imprese piccole e medie.
Il Vice direttore e Presidente esecutivo del Comitato organizzatore della Fiera e Vice governatore del Guangdong Tong Xing ha detto: "La Fiera costituisce un'importante piattaforma per promuovere la cooperazione internazionale delle imprese piccole e medie e fornire servizi completi. Le piccole e medie imprese sono ormai diventate una forza importante per la promozione dello sviluppo economico nazionale e regionale, e la maggiore parte dei Paesi e regioni del mondo hanno considerato la promozione dello sviluppo di piccole e medie imprese un'importante politica economica. Negli ultimi 27 anni dopo l'apertura e la riforma, le piccole e medie imprese hanno conosciuto un rapido sviluppo, svolgendo un ruolo sempre più importante nello sviluppo stabile, rapido e sano dell'economia e della società".

Se in linea c'è qualche pmi italiana interessata a presenziare, batta un colpo e parliamone insieme.

domenica 7 maggio 2006

La Cina e i 60 milioni di blogger

Leggo su un lancio dell'agenzia di stampa Reuters che i blog, diari online come questo che state leggendo, stanno registrando un vero boom in Cina con un numero di blogger che si prevede possa toccare i 60 milioni a fine 2006.
E' l'ultimo di una lunga serie di numeri che raccontano la situazione, e soprattutto le prospettive, di questo grande paese, che fino a ieri era considerato da tutti solo un paese grande.

La Cina è il secondo mercato Internet al mondo dopo gli Stati Uniti, che contano 110 milioni di utenti.
Un'inchiesta curata dal motore di ricerca cinese Baidu.com indica il numero attuale di siti blog a 36,82 milioni, curati da circa 16 milioni di persone.

Si prevede che il numero di blogger cinesi arrivi a 60 milioni per la fine di quest'anno, ha detto l'agenzia di stampa cinese Xinhua, citando un rapporto sui media cinesi della prestigiosa Università di Tsinghua.

60 milioni di blogger... più di tutti gli italiani, bambini e anziani compresi...
That's China.

sabato 6 maggio 2006

Usanze cinesi: i colpetti in punta di dita a tavola

Cucina cineseIn Cina dare dei colpettini con le punte dell'indice e del medio è un segno di ringraziamento: viene usato a tavola per esprimere gratitudine nei confronti della persona che ci sta versando da bere, verso il quale mostriamo in questo modo anche profondo rispetto.
Chiunque abbia avuto esperienza di pranzi o cene in compagnia di cinesi avrà notato questa loro "strana abitudine", quando a loro viene servito da bere da uno degli ospiti conviviali, essi si impegnano per un momento a dare dei colpettini nei pressi del bicchiere con le dita.

Ricordatevi di farlo la prossima volta che vi capita, vi guadagnerete la stima e il rispetto del vostro commensale cinese. Wei, è una delle usanze cinesi che si fanno tra uomini, non fatelo se invitate a cena una bella ragazza cinese...

venerdì 5 maggio 2006

Muraglia Mediaset

Mediaset in Cina?In Cina, Fedele Confalonieri e i suoi cari.

Il presidente di Mediaset con i consiglieri d'amministrazione Mauro Crippa, direttore Videonews, e Gina Nieri più altri pezzi grossi, è partito alla volta di Pechino e Shanghai (con opportuna sosta a Hong Kong) per incontrare i responsabili tv della Repubblica popolare cinese per possibili partnership future.

All'aeroporto di Fiumicino, Mauro Crippa scherzava: "Andiamo in Cina per allenarci con il comunismo"...

giovedì 4 maggio 2006

L'affare e l'affarista

Ogni tanto penso alle mie scarpe simil-Puma made in China, comprate - va da se - dopo una serrata negoziazione all'ultimo RMB in un negozietto del fake market di Zhaoqing. Pagate l'equivalente di ben 10 euro, sembrano ancora nuove.
Sono belle queste scarpe, che come moltissimi altri prodotti Made in China promettono di sfidare il tempo e certamente fanno sudare freddo a parecchi "industriali" del "made in Italy" (sic...).

Già, il "made in Italy"...
E già, gli "affari" made in China...

Beh, se permettete, io - quando si può - scelgo l'affare e non l'affarista.
I signori industriali del "made in Italy" permetteranno che oltre a me, anche tanti lavoratori precari e disoccupati, casalinghe e studenti, possano desiderare di "fare un affare"?
Permetteranno che anche il laureato che vende il nulla lavorando al call center per 500 euro al mese o lo spocchioso praticante nel prestigioso studio d’architettura coi suoi 300 euro al mese di "rimborso spese" possano aver voglia di "fare un affare"?

Ed ecco perchè a un certo punto fa piacere sentire la Cina vicina.
Vicina ai nostri bisogni e al nostro faticare per arrivare a fine mese.
Vicina con i suoi banchetti al mercato di sciarpe in seta a 5 euro, con i jeans da 10 euro e le camicie da 12.
Vicina con i suoi negozi all'Esquilino che vendono elettronica a prezzi ottimi, e scarpe simil-Puma a 10 euro.
Vicina con i suoi ristoranti, in cui con 20 euro si pranza lautamente in due.

La Cina fa paura agli affaristi, perché vende prodotti - comunque provenienti dall’est asiatico - a prezzi meno rialzati di quanto facciano i nostri industriali italiani. Che delocalizzano la produzione nell'est asiatico. E hanno paura della Cina.

mercoledì 3 maggio 2006

In Cina i bambini vivono meglio

Non solo boom economico ma anche miglioramento della qualità della vita dei bambini: la Cina diventa così un vero e proprio caso. Leggo in un lancio ANSA che a segnalare ciò che viene definito un "successo che spicca" nel panorama mondiale, è l'Unicef in un rapporto in cui sottolinea il "balzo gigantesco" fatto dal paese asiatico per la sopravvivenza dei più piccoli.

L'andamento rilevato in Cina non trova eguali nel mondo. Fra l'altro, in questo paese, c'é stata la sostanziale eliminazione delle carenze di iodio che ha aumentato le potenzialità cognitive dei bambini cinesi. Tuttavia, non tutti i problemi nutrizionali sono stati risolti: "queste gravi questioni sono ancora affrontate dai poveri che vivono nelle aree remote del paese".

martedì 2 maggio 2006

Perchè Cina

Perchè sono più i cinesi che parlano inglese come seconda lingua delle persone che parlano inglese negli Usa.
Perchè la popolazione dell'Unione Europea ammonta complessivamente a 458 milioni di persone, e in Cina solo i lavoratori sono quasi 750 milioni.
Perchè in Cina 320 milioni di persone, più dell'intera popolazione degli Stati Uniti, hanno meno di 14 anni.
Perchè i lavoratori del settore tessile negli Usa guadagnano l'ora 7,6 euro, 6 euro circa in Italia, 1.31 euro in El Salvador, e in Cina circa 54 centesimi.
Ecco perchè.

lunedì 1 maggio 2006

I compensi dei manager in Cina

Parliamo di aziende di ispirazione/cultura americana, perchè questi sono numeri dell'American Chamber of Commerce. Risalgono alla fine del 2002, ma possono comunque aiutare a farsi un'idea...

Compensi netti di manager espatriati suddivisi per funzione, in dollari Usa all'anno

Amministratore delegato, 245.000
Responsabile di business unit, 204.000
Responsabile ricerca e sviluppo, 196.000
Responsabile public affairs, 182.000
Direttore generale, 178.000
Direttore finanziario, 168.000
Responsabile business development, 162.000
Direttore del personale, 157.000
Direttore vendite, 156.000

Compensi netti di middle manager, product manager, project manager, area quadri etc, suddivisi per provenienza della risorsa, sempre in dollari Usa all'anno

Occidentale, 83.577-112.323
Hong Kong, 73.482-102.592
Asiatico, 91.111
Cinese (locale) 48.407-69.509